Storie dal Samizdat

Sofja Petrovna, una cittadina esemplare

Čukovskaja e Petrovna, le donne della Russia sovietica

Sofja Petrovna, vedova di un prestigioso medico, lavora come dattilografa presso in una delle più importanti case editrici di Leningrado. Sofja è una cittadina esemplare: tutte le altre dattilografe la guardano con ammirazione, ha un giovane figlio ingegnere, anch’egli esemplare, che segue i retaggi della Rivoluzione e la vita del partito, con tanta intensità quanto la madre.

La storia si svolge a metà degli anni ‘30 e le Grandi Purghe di Stalin, in un mistero che è impossibile risolvere, arrivano ad arrestare il figlio di Sofja, Kolja: da qui comincia un secondo romanzo, una seconda vita. Questa storia è un viaggio attraverso l’apprendimento della vita e dei suoi imprevisti senza senso, perché Sofja insieme al figlio, mandato nei campi di lavoro in Siberia, perde tutto ciò che costituiva la sua vita esemplare e diventa una reietta. La sua vita si risolve a essere una lunga attesa nelle famose file di donne che attendevano giorni interi prima di poter avere qualche notizia – le più fortunate – dei propri cari mandati chissà dove o prima di poter mandare loro qualche soldo.

Sofja Petrovna è un romanzo scritto in segreto su un quaderno scolastico nell’inverno 1939-1940. Lidja Čukovskaja scrisse la sua opera, mettendo a rischio la propria vita, con le tracce degli accadimenti ancora vivi nella sua mente, riempiendo la finzione di realtà: combattè la paura con le parole, il silenzio con la testimonianza, la collettivizzazione con la storia individuale, l’indifferenza davanti al dolore degli altri con l’empatia verso la sofferenza universale, l’eroismo mascolino con lo spazio intimo femminile. La storia di Sofja è la storia di Lidja e di un numero inquantificabile di donne.

Il romanzo Sofja Petrovna, attraverso la rete del samizdat ha attraversato i confini dell’URSS ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1966 negli Stati Uniti. In Russia potè essere legalmente letto solo nel 1988, dopo l’avvento di Gorbačëv.

L’opera della Čukovskaja è stata condannata – oltre ad essere lei stessa cacciata dall’Unione degli Scrittori – poiché è stato uno dei pochi libri a trattare della società sovietica durante le repressioni staliniane non a posteriori ma contemporaneamente ai fatti.

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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