Cultura

L’arte figlia dell’arte, o dei loro padri?

Sulla difficoltà del giudicare l'arte senza l'ideologia dei loro padri

Jonathan Franzen ha rivelato di sentirsi a disagio davanti alle opere di Caravaggio, sapendo che l’artista ha ucciso un uomo. Ha qualche difficoltà anche con Conrad, coinvolto nel sistema imperialista.

Quando Tolstoj scrisse questo romanzo stava attraversando una crisi etica, coniugale e religiosa, e tutti i suoi ideali si riflettono nella mente del narratore di Sonata a Kreutzer. La storia è molto forte per l’epoca in cui è stato pubblicato il libro (1889) per la natura violenta degli eventi narrati, oltre al modo aspro con cui affronta matrimonio, rapporti sessuali dentro e fuori di esso, etica, infedeltà e omicidio.

Pozdnišev è un personaggio estremamente spiacevole. Dopo il suo ampio discorso misogino su come la soddisfazione dei desideri carnali è qualcosa che dovrebbe essere evitato a tutti i costi perché porta solo il male nel mondo, continua a raccontare la storia della gelosia malata che ha sofferto nel vedere che sua moglie – che egli dichiara impura per averlo sedotto intenzionalmente – si incontrava con un musicista per suonare.

Pozdnišev è un uomo che racconta la sua esperienza in modo meccanico e freddamente. Non gli dispiace, non sembra soffrire. Non è un personaggio con cui il lettore prova empatia, io personalmente non l’ho sopportato per tutto il tempo.

Se dovessi valutare questo romanzo per i discorsi, i pensieri, le azioni e le ideologie di Pozdnišev, che sono quelle di Tolstoj, non credo che il mio giudizio sarebbe affatto positivo.

Ma cerco sempre di discernere l’opera dall’autore, quando si tratta di arte cerco di calcare il mio giudizio sull’estetica, non sull’etica del padre dell’opera. Per questo riconosco la maestria di Tolstoj nello scrivere un romanzo breve ma efficace, in anticipo sui tempi per i temi che tocca, narrato fluentemente.

Non credo ci sia un’opinione giusta o sbagliata a riguardo, la valutazione è molto personale. Scindere l’opera dall’autore e apprezzare l’arte? O giudicarla in base all’ideologia dei loro padri?

Credo che dobbiamo contemplare la possibilità di andare un po’ oltre Franzen, e leggere, guardare, ascoltare, anche stando un po’ a disagio. Siamo forti abbastanza per non negarci l’arte, e magari per affrontare sensazioni spiacevoli, e superarle.

Mostra di Più

Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button