Internazionale

Un po’ di obiettività non guasta mai: qualche verità e “tuttavia”

Difficile fidarsi dell’informazione corrente. Le notizie vere oramai tocca andarsele a cercare con il lanternino. Ed ancora più rare sono le notizie genuine, quelle presumibilmente vere, ma comunque condizionate ed influenzate dall’indottrinamento oramai in atto da tempo.

Voglio fare con voi una riflessione su quanto accaduto e che sta accadendo in Ucraina. Lungi da me la volontà di giustificare quanto fatto da Putin. Nulla e nessuno può giustificare l’inizio di una guerra ed ancor di più l’invasione di uno Stato sovrano. Uno Stato che, proprio perché sovrano, deve avere la propria libertà di scelta sempre, anche se queste scontentano il vicino.

Quanto accaduto però, a qualche settimana di distanza, qualche dubbio lo solleva. Non riesco oggi ad essere pro Ucraina al 100%. Malauguratamente quanto leggo e quanto emerge lascia sempre spazio a qualche spiacevole “tuttavia”.

L’aggressione della Russia è da condannare in tutto e per tutto. Vero! Tuttavia il comportamento dell’Ucraina nel Donbass lascia francamente un po’ di amaro in bocca. Un conto è combattere i separatisti. Ci può stare. Un conto sono l’uccisione sistematica di civili (compresi bambini), le notizie non sono certe, ma si parla di 14.000 vittime e 800.000/1.000.000 di profughi del Donbass verso la Russia. La strage di Odessa, ossia il massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, ai danni dei manifestanti sostenitori del precedente governo filo russo, che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan di fine 2013.

Insomma il comportamento dell’Ucraina non pare brillare di eticità.

Insomma oggi, almeno per quanto mi riguarda, condanno l’aggressione Russa, ma mi chiedo dov’era il popolo ucraino quando il suo esercito massacrava i propri connazionali del Donbass. Mi chiedo dov’era l’Europa. E cosa ancor più grave, dov’era l’informazione. Dov’erano gli indignati, i pacifisti come me, le autorità religiose, quelle politiche, le Lilli Gruber di turno. Dov’era il mondo? Tutti concentrati sul Coronavirus dal 2020 dirà qualcuno. E prima? Dal 2014 al 2020?

Otto anni di guerra nel centro dell’Europa, 14.000 vittime se non di più, e non era a caratteri cubitali su tutti i quotidiani? Questo è un grande “Tuttavia”.

Biden teme per i laboratori chimici americani in Ucraina. Questo Biden lo dice pubblicamente. Poi forse qualcuno meno idiota di lui l’avrà bacchettato, ma lo ha detto. Quindi mi chiedo che ci stiano a fare i laboratori chimici americani in Ucraina. Perché lo si scopre solo ora e parte la corsa alla smentita. Oramai tutto quanto è scomodo è fake.

Ebbene in Ucraina ci sono 15 laboratori biologici USA non sotto controllo di qualche università o ente scientifico, ma del pentagono. E questo mi genera un altro “tuttavia”. Tuttavia le cose non quadrano.

La Russia ha un esercito super tecnologico con militari addestratissimi. In Ucraina manda per lo più sbarbatelli e reclute allo sbaraglio. Perché? Ma siamo veramente sicuri che Putin voglia fare la guerra all’Ucraina? Siamo veramente certi che voglia vincerla?

Non è che per caso voglia solo dare inizio ad un “cancro” che piano piano cresca all’interno della UE catalizzando quelle divisioni che esistono già da tanto tempo? Non è che forse gli interessa far durare questa guerra parecchio in modo da far crescere questo “cancro” sempre più?

Qualche risultato lo si sta già vedendo con le mezze sommosse per il caro energia, caro carburanti ecc. Poi arriverà il rincaro dei cereali, dei prodotti trasportati, della mancata esportazione e conseguenti perdite di posti di lavoro.

Immaginiamo un attimo un mondo dell’est Europa, Asiatico (Cina, India, Turchia) che ad un certo punto decidano embarghi verso di noi. Non comprano più i nostri vestiti, le nostre auto, la nostra tecnologia. Non ci vendono più il ferro, i cereali, il petrolio, il gas ecc. Noi torniamo al carretto con i buoi.

Quindi che dietro la guerra Russia Ucraina possa celarsi qualcosa di diverso da quello che i super geopolitici di Facebook o media venduti stanno propinando non è proprio una idea peregrina. Forse. Tuttavia la cosa dà da pensare.

Infine c’è l’aspetto più grave. Quell’aspetto che francamente frena un po’ la mia compassione per i poveri Ucraini. Ripeto non giustifico Putin, tuttavia vedo oggi gli ucraini con un occhio leggermente più asciutto di prima.

Come si può pensare di offrire l’ingresso nella NATO o nell’Europa ad un paese che ancora oggi vara ed applica e tollera leggi razziali?!

Per questa informazione, che ha suscitato il mio interesse e la mia ricerca di verifica ringrazio la condivisione di una amica, ma i fatti sono veri e confermati.

Il 1° luglio 2021 Volodymir Zelensky promulga la “Legge sui popoli autoctoni”, con la quale si riconosce, de facto, il godimento dei Diritti dell’uomo e del cittadino e delle Libertà Fondamentali solo agli ucraini di origine scandinava o germanica, escludendo i russofoni. La legge presidenziale n. 5506/2021 è stata presentata al Parlamento da Aleksey Reznikov. La legge è stata varata un anno e mezzo circa dopo l’insediamento di Zelensky. È la prima legge razziale in Europa da 77 anni.

Orbene Putin va condannato, “TUTTAVIA”, nel 2021, nell’Europa moderna, esiste uno Stato che vara una legge totalmente razziale e nessuno si incazza?

Il popolo ucraino dov’era quando il suo Governo promulgava questa legge? In Piazza? Al fianco delle minoranze russofone (Donbass ad esempio)? NON mi pare proprio!!

E l’UE vede di buon occhio l’ingresso nell’Unione di uno stato che nel 2021 vara leggi razziali?

OK i Russi vanno condannati per l’invasione dell’Ucraina, “TUTTAVIA” questo aspetto della vita sociale e politica ucraina a me, almeno per quanto mi riguarda, raffredda un po’ l’animo.

Insomma di “Tuttavia” ce ne sono parecchi e anche di dubbi e domande senza risposta ce ne sono parecchi. Almeno per quanto mi riguarda.

Stop alla guerra sempre, come per qualsiasi guerra, ma sarebbe bello usare un metro ed una misura sempre e non metri e misure a convenienza di fatto.

Immagine da: Money.it

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MG

Marcello Gianferotti, classe 1966, ha iniziato a viaggiare all’età di 15 giorni. Prima la Tunisia, poi il Madagascar, l’Italia e ora la Spagna: non si è mai fermato. Grande appassionato di scrittura, è referente iberico del circuito Sviluppo Europa e gestisce, oltre a SamizdatVoz, anche il suo blog culinario marcellogianferotti.org.

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