La città di Famagosta si trova sulla costa nord di Cipro, al confine con la parte sud dell’isola, la greca Repubblica di Cipro, sulla costa che separa Cipro dalla Siria, poco dopo la base militare inglese di Akrotiri.
La riviera di Famagosta fino al 1960 era un’area turistica molto famosa e trafficata. Il quartiere di Varosha, a sud del centro storico, abitato soprattutto da greco-ciprioti, a differenza del resto della città a maggioranza turco-cipriota, era quello che accoglieva la maggior parte dei turisti. Nell’agosto del 1974, di fronte all’avanzata dell’esercito turco dal nord dell’isola in risposta a un tentativo di golpe di nazionalisti ciprioti che sognavano l’unione con la Grecia, gli abitanti di Varosha fuggirono e l’esercito turco prese possesso della città.
Varosha è rimasta deserta per 46 anni. Tutto è rimasto immutato dal 1974: ricoperto di polvere e macerie, vetri sfondati, tutto cade a pezzi. Varosha e il resto della zona morta sono state circondate da recinzioni di filo spinato e fusti di latta che bloccano il passaggio e impediscono a chiunque di entrare. La zona formalmente da allora è stata sotto il controllo delle forze dell’Onu e dell’esercito turco. Gli accordi dovevano prevedere la restituzione di questo quartiere alla zona greca dell’isola, ma l’8 ottobre 2020 l’amministrazione turco-cipriota riapre Varosha, come stabilito dal primo ministro dell’autoproclamata Repubblica turca di Cipro del nord (riconosciuta solo da Ankara), Ersin Tatar, insieme al presidente turco Erdogan.
Dopo l’annuncio, immediate sono giunte le reazioni di protesta. Il governo di Nicosia ha reagito parlando di “un’azione provocatoria e illegale”, annunciando denunce presso gli organismi internazionali, in quanto è inammissibile che qualsiasi parte di Varosha venga abitata da chiunque non sia uno dei suoi legittimi abitanti, a cui è riconosciuto il diritto al ritorno appena si raggiungerà finalmente un accordo che ponga fine alla divisione dell’isola. Per l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell si tratta di una “flagrante violazione dell’accordo di pace delle Nazioni Unite”.
I turchi rispondono che avendo aperto solo la spiaggia, gli accordi non sono stati violati. Gli ex residenti di Varosha hanno organizzato una manifestazione di protesta in uno dei punti di attraversamento della frontiera che si trova lungo una zona cuscinetto controllata dalle Nazioni Unite.
Il presidente della Turchia ha addirittura visitato Famagosta, scatenando lo scontento della comunità turco-cipriota e compromettendo i negoziati dell’Onu. “I turchi-ciprioti vivono nelle proprie terre con dignità e libertà, nonostante innumerevoli attacchi alla loro presenza. […] Di fronte a tanta crudeltà, tortura e tradimento, non abbiamo mai lasciato cadere la nostra bandiera di lotta. Raggiungiamo la vittoria con una lotta epocale dei nostri mujaheddin e dei soldati turchi (mehmetçik)”.
Secondo il governo di Cipro, la presenza di Erdogan nell’isola per l’anniversario della dichiarazione unilaterale di indipendenza, da parte risoluzioni 550 e 789 del Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Le ultime notizie sono del 28 ottobre 2020. Secondo linkiesta.it, la riapertura della “città fantasma” è probabilmente la metafora più efficace non solo per comprendere la nuova direzione della politica turco-cipriota, dopo le elezioni di Ersin Tatar, ma anche per ricordare i fallimentari tentativi della decennale missione delle Nazioni Unite per la riunificazione di Cipro.
Foto in evidenza da: EuropaToday.it
