Internazionale

Aggiornamenti dalla Bielorussia con Voice of Belarus

La situazione della Bielorussia mi sta incredibilmente a cuore, per questo ho deciso di informarmi da chi la sta vivendo in prima persona. Ho contattato la pagina instagram @voice_of_belarus e ho parlato con Kasia: grazie a lei sono riuscita a stilare un elenco di tutti i maggiori aggiornamenti delle ultime due settimane – di cui ovviamente nessun media parla.

1) Roman era un giovane ragazzo che, insieme a tante persone, si trovava in gruppo a vedere come mai si stavano smontando le decorazioni rosse e bianche da una rete, che la popolazione bielorussa aveva attaccato come segno di protesta. Queste persone hanno iniziato a picchiarlo dopo che aveva posto una domanda con voce calma. Poi lo hanno portato via con un furgone alla stazione di polizia. Due ore dopo era in ospedale, in coma. Un consiglio di medici ha lavorato insieme per cercare di salvarlo, ha eseguito un intervento chirurgico alla testa per più ore. Roman aveva bisogno di più interventi chirurgici, ma non potevano farlo immediatamente. Non si è mai svegliato. La gente ha continuato a portare fiori dove viveva e ha creato una sorta di memoriale floreale. La gente ha continuato a mettere fiori e candele anche per strada, nonostante la polizia li prendesse a calci. Allo stesso tempo, Lukashenko ha annunciato che Roman era ubriaco (come giustificazione per dire, è questa la fine che si meritava). E un medico dell’ospedale di Roman è stato arrestato per aver rilasciato ai media la copia dei suoi risultati ematici (0% di alcol). E un giornale l’ha pubblicato. Adesso il dottore e la giornalista, Kasia Borisevich, sono entrambi in prigione, con l’accusa di rilascio di dati privati ​​dei pazienti. Il che significa che il Ministero degli affari interni e Lukashenko hanno entrambi mentito, perché non puoi imprigionare qualcuno per aver condiviso dei dati medici falsi. Il memoriale floreale è stato letteralmente distrutto e preso a calci dalla polizia.
Non è stato aperto nessun caso riguardo questo omicidio, anzi, la famiglia di Roman è stata posta sotto sorveglianza.

2) Le persone hanno provato a scappare dalle aree assediate dalla polizia, che lanciano anche granate stordenti contro i civili, trovando rifugio nelle case di altre persone, che li lasciano nascondersi. Questa gente pensava che si sarebbe nascosta per qualche ora, e che poi sarebbe tornata a casa. Ma la polizia ha introdotto il controllo dei passaporti in tutti gli edifici, per arrestare coloro che non “vivono davvero lì”, ovvero tutte quelle persone che si nascondevano negli appartamenti al buio e non facevano rumore, quando la polizia bussava alle porte e minacciava. C’erano 20, 30, 40 persone per appartamento, nascoste. Tutti quelli che erano fuori dalla loro “vera” casa sono stati immediatamente arrestati e portati in prigione. E la polizia non se n’è andata finché i residenti non hanno iniziato a chiamare diplomatici stranieri per consentire agli ostaggi di andarsene. Ora 42 aree di Minsk sono una specie di ghetto. Presenza extra della polizia, interrogatori costanti. Se provi a rimettere i fiori dove si trovava il memoriale, vieni immediatamente arrestato.

3) Un ospizio per bambini di Hrodna rischia di chiudere perché la direttrice, Volha Vialichka, è stata presa di mira a causa del suo ruolo di osservatrice indipendente durante le elezioni dello scorso agosto, a causa della sua critica pubblica alle autorità e per questo definita non fedele al presidente. Anche la direttrice di oncologia infantile è stata licenziata perché si è rifiutata di licenziare 3 medici “non fedeli”. Lei (un medico di fama mondiale) è stata sostituita da qualcuno che non è nemmeno un oncologo. Questa struttura fornisce cure vitali a bambini terminali, ma ora è probabile che venga chiusa.

4) Andrej, uno scienziato bielorusso, è stato arrestato e picchiato dalla polizia per aver partecipato a una manifestazione pacifica contro lo stato di terrore che stanno vivendo. È stato preso mentre tornava a casa dalla protesta. Un poliziotto ha chiesto ad Andrej di sbloccare il suo telefono, ma lui si è rifiutato (è un suo diritto legale). Da qui hanno iniziato a picchiarlo con pugni, bastoni e calci. Andrej ha riferito: “Mi hanno minacciato di uccidermi, impiccarmi, annegarmi. Hanno anche detto che avrebbero messo un bastone nel mio ano. Non ho sbloccato il mio telefono e la polizia lo ha distrutto.”

5) Decorare qualsiasi cosa con i colori bianco e rosso (sono i colori della bandiera dell’opposizione; quella ufficiale della Bielorussia è rossa e verde) è un reato. Ci sono multe salate e fino a 30 giorni di carcere, a meno tu non sia accusato di deturpazione di proprietà privata, in questo caso ti toccano 10 anni di prigione. La polizia registra video degli arrestati, costringendoli e minacciandoli di pene peggiori se non confessano il loro “reato” in diretta video. Qualsiasi cosa abbia questi due colori (vestiti, ombrelli, decorazioni di Natale, caramelle) è assolutamente vietata, confiscata e se in possesso si rischiano due settimane di carcere e multe. Un albero è stato abbattuto dopo che dei residenti lo hanno decorato con dei fiocchi rossi e bianchi.

6) Sergei Vereshagin, 30 anni, è stato accusato di aver gettato delle bottiglie dalla sua finestra in direzione della polizia e di aver tirato un calcio in un occhio a un poliziotto mentre veniva arrestato. Sergei ha testimoniato di non aver fatto nulla di tutto ciò, ma che il 12 agosto ha visto dei comportamenti violenti da parte della polizia, anche nei confronti di una giovane donna. Gli ha urlato contro e subito dopo sono entrati nel suo appartamento e lo hanno preso con violenza. Lo hanno continuato a picchiare con manganelli anche alla stazione di polizia, dove gli uomini gli saltavano sulla testa ridendo mentre Sergei chiedeva piangendo che smettessero. Due giorni dopo l’arresto, il suo avvocato è riuscito a farlo arrivare in ospedale. I dottori hanno accertato traumi celebrali, numerose ferite ed ematomi allo sterno, cervicale e spina lombare. Il giudice lo ha condannato a cinque anni in una colonia penale.

7) Due anni di prigione e un anno e mezzo in un centro di correzione per due ragazzi che hanno scritto “non dimentichiamo” per terra, dove Alexander Taraikovsky, 34 anni, è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco nel petto da parte di un agente della polizia. La polizia riferisce che Alexander voleva lanciare dell’esplosivo contro la polizia ma che in realtà questo è caduto e quindi si è ucciso da solo. In ogni caso il momento in cui è stato ucciso è stato ripreso da 3 telecamere. Alexander era solo al centro di un’area ben illuminata, con le braccia alzate e i palmi aperti. È stato lasciato per terra a dissanguarsi. Non è stato aperto nessun caso sulla sua morte, ma quattro persone sono già state condannate al confino o alla limitazione di libertà per aver aver scritto due parole sull’asfalto per onorare la memoria di Alexander.

8) Ogni domenica dallo scorso agosto i cittadini bielorussi scendono in piazza per protestare. Ogni domenica ci sono migliaia di arresti. I cittadini hanno studiato una nuova strategia per poter protestare: invece di riunirsi in un’unica grande colonna di persone – che è facile da attaccare da parte della polizia – si riuniscono in colonne più piccole divise per aree residenziali, in modo da confondere la polizia. Le persone si organizzano con i propri vicini, si accordano per una strada e quando arriva la polizia, loro sono già andati via. Girano video di agenti di polizia che guidano per le strade, non capendo cosa fare e non riuscendo a concentrare le loro forze in punti diversi, che se la prendono con gente random per strada. In due settimane il numero di persone arrestate è sceso da 1300 a 127.
Il popolo bielorusso non è stanco di protestare, ma è stanco di vivere in uno stato del terrore.

9) Qualche giorno fa il Comitato Olimpico Internazionale ha bandito il consiglio di amministrazione del Comitato Olimpico Bielorusso (di cui fanno parte Lukashenko e suo figlio Viktor, che è il primo vice-presidente) da tutti gli eventi e attività organizzate dal IOC, incluse anche le Olimpiadi. Questo risultato è stato raggiunto anche grazie a un fondo solidale che gli atleti bielorussi sono riusciti a mettere insieme. La leader del fondo, l’ex campionessa olimpica di nuoto Aliaksandra Herasimenia, è determinata a continuare la sua battaglia contro le repressioni degli atleti in Bielorussia.

Amnesty International sta facendo un grande lavoro: non smette la sua lotta, anzi continua a inviare documenti e lettere al governo bielorusso per l’immediato rilascio di tutti i detenuti per aver esercitato il loro diritto di riunione pacifica e libertà di espressione, e la fine di tutte le altre violazioni dei diritti umani, compresa la dispersione di assemblee pacifiche, arresti di massa e il maltrattamento e torture dei detenuti.

Voglio ringraziare Kasia e tutti i ragazzi di Voice of Belarus per il grandissimo lavoro di informazione che stanno facendo. Noi come possiamo aiutare? Facendo girare informazione corretta e, per chi può, fare una donazione a questo sito https://bysol.org/english: è un fondo solidale per sostenere chiunque sia stato represso, perseguitato o abbia perso il lavoro a causa della partecipazione a scioperi o proteste pacifiche.

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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