

Mio nonno, grande partigiano, mi diceva “non t’illudere bello, cane non mangia mai cane”. Il tempo gli ha dato ragione. Ritorniamo a quei famosi fatti della scuola DIAZ. Ve la ricordate? O è già passata di moda? Per quei fatti sono stati condannati in via definitiva Pietro Troiani, che introdusse due bombe molotov all’interno della scuola Diaz, e Salvatore Gava, che falsificò l’attestazione di rinvenimento, onde giustificare l’irruzione nella Diaz. Entrambi condannati in via definitiva per VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI.
Il 28 ottobre la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il capo della Polizia Franco Gabrielli decidono la loro promozione alla carica di vicequestore. Stiamo parlando di due dei personaggi che dovrebbero essere INTERDETTI A VITA da qualsiasi pubblico ufficio.
Come si può aver fiducia nelle istituzioni!! Come si può soprassedere su tali fatti saltare, piercing strappati, manganelli, torture, botte. Il dipartimento di Pubblica sicurezza ha il coraggio di dire: “Tutto ciò poteva essere evitato solo destituendo i funzionari, scelta che all’epoca non fu intrapresa dall’Amministrazione”.
Rinfreschiamoci un po’ la memoria. Il 5 luglio 2012 la Cassazione conferma in via definitiva le condanne per falso aggravato e l’impianto accusatorio della Corte d’Appello convalida così la condanna a 4 anni per Francesco Gratteri, attuale capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia; convalida anche i 4 anni per Giovanni Luperi, vicedirettore Ucigos ai tempi del G8, all’epoca della condanna capo del reparto analisi dell’Aisi. Tre anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, all’epoca della condanna capo servizio centrale operativo. Convalida anche in parte la condanna a 5 anni per Vincenzo Canterini, riducendola a 3 anni e 6 mesi (per l’intervenuta prescrizione del reato di lesioni), ex dirigente del reparto mobile di Roma. Prescrive, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all’epoca dei fatti.
Nel commentare positivamente la sentenza, che per la prima volta in Occidente condanna funzionari così importanti delle forze dell’ordine, un legale dei no global coinvolti nei fatti ha sottolineato che malgrado la estrema gravità dei fatti il Parlamento non ha istituito una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche. Anche Amnesty International ha definito la sentenza importante, ma ha sostenuto che le condanne “non riflettono la gravità dei crimini accertati, e … coinvolgono un numero molto piccolo di coloro che parteciparono alle violenze ed alle attività criminali volte a nascondere i reati compiuti“.
Alcuni dei condannati, al momento della sentenza, ricoprivano ruoli di rilievo nell’ambito delle forze dell’ordine italiane, che hanno dovuto abbandonare per via della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Oltre alle impressionanti carriere di molti dei funzionari nel periodo che va dai fatti di Genova alla loro condanna definitiva, ha fatto scalpore la carriera di Gilberto Caldarozzi dopo la condanna in Cassazione e la sospensione; assunto come consulente alla Finmeccanica di cui era presidente l’amico Gianni De Gennaro, capo della polizia ai tempi del G8, è stato nominato vice-capo della Direzione Investigativa Antimafia nel 2017.
Insomma che dire. Io non voglio commentare nulla. Ma se lo Stato non si ribella a questo, questo si merita.