Opinioni

Girare lo sguardo guardando il COVID

Si leggono spesso post e pubblicazioni sui vari social con i quali si “maledice” questo 2020, auspicandone la fine ed il ritorno alla normalità. Ma perché questo? Perché bisogna maledire il 2020? Perché si spera che quest’anno passi e che diventi solo un ricordo?

Perché nel mondo ricco e benestante sono morte quest’anno 1.610.000 persone alla data odierna? E poi di queste bisogna proprio vedere quante sono effettivamente morte per COVID e non per altro. Quindi? Che c’è di strano? Perché tanta fretta per mettersi quest’anno alle spalle?

Forse perché quest’anno la morte si è avvicinata alle nostre case e da grandi uomini duri e coraggiosi ci siamo cagati sotto? Il 4/5% di rischio di morte ci ha fatto venire la cagarella. Eppure che c’è di strano dagli altri anni mi chiedo.

Nel 2019 sono morte 1,6 milioni di persone per tubercolosi, di questi 230.000 erano bambini sotto i 7 anni. E a nessuno è fregato un cazzo, tanto erano poveracci. Solo che questo accade sistematicamente da decenni, eppure il vaccino c’è, ma non lo possono pagare e allora muoiono con la complicità di chi non glielo paga.

Nel 2019 sono morti 2.555.000 bambini per fame. Eppure anche in questo caso il vaccino c’è. Si chiama cibo sprecato, che buttiamo via sistematicamente. Morti con la complicità di chi non gli ha dato da mangiare. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite nel 2020 i morti totali per fame saranno 38 milioni. Ma noi abbiamo il COVID.

Non esistono in questo momento stime esatte, a nessuno va di farle evidentemente o di condividerle, ma si calcola che al mondo vi siano oltre 170 guerre e guerriglie dimenticate e circa 230.000 morti ogni anno. Eppure il vaccino c’è. Basterebbe smettere di vendere armi a quei paesi ed esportare militari pacificatori, ma casomai esportare ospedali, scuole, centri nutrizionali e benessere.

Eppure non si è vista tutta la mobilitazione mondiale che c’è stata per il COVID per salvare i milioni e milioni di morti per la Tubercolosi, o per fame, o per malaria, o per salmonella, o per guerra. Non si è visto nulla di tutto questo. Lo si è visto per il COVID perché ha toccato la parte di mondo che non può pagare, non può soffrire. Non può perdere. Quella parte di mondo che per il solo spauracchio della morte possibile s’è messa la coda tra le gambe camuffata da mascherina per salvare il proprio culo dimenticandosi ancor di più del resto del mondo.

E ora arriva Natale e non possiamo andare a sciare o assembrarci ai mercatini, o ancora peggio fare i cenoni, i veglioni. E allora siamo disperati. Disperati come quei genitori che vedono morire di fame i loro bambini? Disperati come quelli che muoiono in mare alla ricerca di una vita migliore? Disperati come quelli che muoiono negli ospedali africani senza nulla per curarsi? Disperati come le persone uccise dalla fame?

No. Disperati come vigliacchi pronti a rinunciare alla propria libertà e alla propria vita solo per paura di un virus, ma che per decenni hanno voltato lo sguardo, ed ancora lo fanno e forse più di prima, a queste migliaia di morti sistematiche, che si ripetono anno per anno, giorno per giorno, senza che mai nessuno abbia mai neanche lontanamente preso in considerazione la possibilità di una mobilitazione mondiale com’è stato fatto per il COVID.

Questo non vuol dire sottovalutare il COVID o non porre in essere tutte le precauzioni necessarie nella vita comune, ma NON è certo questo il male del secolo.

Con questo spirito si apre il Natale 2020 e ci affacciamo al 2021. La speranza è che ora chi ha provato su di sé il pericolo, il senso di impotenza di fronte alla morte o al rischio della morte, chi ha visto la tragedia con i propri occhi, possa non voltare mai più lo sguardo.

Ogni anno milioni di persone muoiono nell’indifferenza di tutti. Non solo nel 2020.

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MG

Marcello Gianferotti, classe 1966, ha iniziato a viaggiare all’età di 15 giorni. Prima la Tunisia, poi il Madagascar, l’Italia e ora la Spagna: non si è mai fermato. Grande appassionato di scrittura, è referente iberico del circuito Sviluppo Europa e gestisce, oltre a SamizdatVoz, anche il suo blog culinario marcellogianferotti.org.

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