Internazionale

Cuba: la rivendicazione del libero arbitrio

Da ciò che è stato riportato dalle agenzie internazionali, Cuba durante la pandemia ha registrato 122 decessi, grazie a procedure di quarantena severe, ancora in atto a La Habana. Ma la situazione sull’isola governata da un regime socialista non è positiva, oltre al fatto che le strutture ospedaliere sono datate e l’assenza di finanziamenti costanti rischiano di arrecare ulteriori peggioramenti alla situazione locale.

Cuba è immersa in una grave crisi economica, che va avanti da anni, ma si è inasprita con pandemia COVID-19 – che ha azzerato il turismo – e dall’inasprimento delle sanzioni commerciali e finanziarie degli Stati Uniti negli ultimi due anni. I negozi statali scarseggiano di prodotti, mancano i cibi più comuni e l’assenza di turisti sta dando un ulteriore colpo alla già fragile economia nazionale.

Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel ha inoltre annunciato che dopo la riforma monetaria,  scomparirà il “libretto di approvvigionamento” con il quale i cubani acquistano prodotti di base a prezzi sovvenzionati, indipendentemente dal loro reddito, anche se questi non sono sufficienti, per cui i cittadini devono ricorrere ad altri mezzi di sostentamento.

Inoltre, come se non bastasse, gli Stati Uniti annunciano nuove restrizioni sull’invio di denaro a Cuba. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha pubblicato la bozza di un nuovo regolamento che prevede nuove sanzioni contro Cuba eliminando l’invio di denaro nell’isola attraverso società o filiali che sono nelle mani della struttura militare-economica cubana. Il presidente Díaz-Canel ha criticato il provvedimento. “Gli Stati Uniti insistono per danneggiare le famiglie cubane con una nuova misura contro le spedizioni. Sono solo intenzioni perverse del governo imperiale che scredita e ridicolizza per il suo odio malato contro una piccola nazione il cui popolo eroico non si arrende”, ha postato Díaz-Canel su Twitter. Nel settembre 2019, il governo di Trump aveva già imposto un limite di $1.000 al trimestre alla quantità di denaro che una persona può inviare a Cuba.

Perché Cuba è arrivata a tanto? Perché tanta chiusura? È la storia, come ne vediamo molte anche nel contesto mediorientale, del tira oggi tira domani, alla fine tutti tirano e nessuno capisce più dove. Possono esserci alla base motivi religiosi (medioriente), motivi politici (Cuba), ma è sempre una questione di interessi e controllo. Gli USA e le NU hanno vessato Cuba in quanto ebbe il coraggio di ribellarsi all’invasione e alla dominazione USA. Ebbe il coraggio di professare principi socialisti e di politica socialista tanto vicina alle coste americane ed agli americani. Il vero rischio era che tali principi potessero “inquinare” il pensiero liberista americano che vedeva nel consumismo e nel capitalismo il proprio modello futuristico.

Quindi gli embarghi, la privatizzazione di tutto. Perché la liberata, le file alla compra? Perché non ce n’era. Non arrivava nulla. Quando si accusa il Governo cubano di non aver dato, di non aver fatto, sostanzialmente lo si accusa di non aver permesso l’americanizzazione del paese. Lo si accusa di non aver ceduto alla tentazione del capitalismo e del consumismo. Da questo muro contro muro che alla fine fa perdere di vista chi a torto e chi ha ragione. Non ci sono più vinti ne vincitori, ma solo vittime.

La vera grande responsabilità ce l’ha il resto del mondo ed in particolare il vecchio continente che ha permesso tutto questo, che non è mai intervenuto e non ha mai fatto sì che anche questo popolo potesse scegliere il proprio futuro. Si sono fatti decenni e decenni d’embargo e si critica Cuba se poi chiude al mondo. Certo alla fine l’eccesso esiste da ambo le parti, ma a questo punto dovrebbe prevalere il buon senso. La giusta misura. A chi può far paura Cuba? Qual’è lo scopo del mantenimento degli embarghi?

Alla fine la domanda vera è questa: è più criminale affamare un popolo per quasi un secolo o che questo popolo abbia una ideologia diversa dalla tua? Cosa fa paura di Cuba? Forse il principio che si potrebbe vivere senza dover per forza avere proprietà privata? Condividendo le risorse? O forse fa semplicemente paura che qualcuno possa rivendicare il proprio libero arbitrio?

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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