Opinioni

Missione: tra solidarietà e sviluppo sostenibile

C’è stato un attimo nella mia vita in cui ho percepito che era giunto il momento di… scendere dalla ruota. Sì, dalla ruota! Li avete presenti i criceti chiusi in una gabbietta, al cui interno c’è una ruota che gira e loro salgono e percorrono chilometri con le loro zampette facendola girare vorticosamente? Sono fermi e il loro orizzonte è fatto di una manciata di centimetri, ma sono appagati dalla corsa.

Sono scesa dalla ruota tanti anni fa, quando la ruota mi dava mille soddisfazioni ma c’era un “non so che” che mi mancava. Insegnavo Sociologia alla Facoltà Teologia di Napoli, facevo ricerche e pubblicavo libri e articoli, giravo l’Italia per conferenze e seminari, facevo parte di una realtà ecclesiale ed ero contenta… ma non felice! La felicità l’ho assaporata quando ho lasciato tutto questo e messo in tasca un biglietto di sola andata per il Burkina Faso. A sostenermi e incoraggiarmi in quella che molti chiamerebbero “follia” è stata un’amica di sempre: Donata. Senza di lei non avrei mai saputo accarezzare la felicità di essere me stessa. Adesso dal cielo, Donata continua ad accompagnare il mio cammino e a spronarmi a cercare sempre la felicità del cuore.

La cattedra, il microfono, la ricerca sono stati sostituiti dalle piste di terra rossa, dal sudore della fronte, dal lavoro manuale. La mia missione è un mixer tra solidarietà (ben diversa dall’assistenzialismo) e sviluppo solidale (possibile solo se si sceglie la strada etica dell’equità); tra condivisione di vita (l’essere-con) e impresa (il produrre-con); tra promozione umana (attenzione alla persona) e economia (attenzione all’autonomia). Mi occupo di allevamenti sostenibili (produciamo e piantiamo il necessario per il fabbisogno alimentare dei nostri animali) e agricoltura biologica (utilizziamo solo concime naturale) in una Fattoria che ha creato al suo interno due strutture sociali: “La Maison des Poussins”, un Centro per l’infanzia che ogni mattina accoglie 180 bambini che arrivano da diversi villaggi e ripartono nel pomeriggio dopo aver consumato in allegria il pranzo; CASA SARA – Casa di Accoglienza Solidarietà e Accompagnamento “Sentirsi Amati Ridona Amore”, una casa-famiglia per bambini in difficoltà e a rischio (al momento sono “mamma” di 13 bambini, la più piccola ha 3 anni). La terza è in cantiere: un centro socioculturale per giovani dal significativo nome in djoula “Gnògòn fè Awn bè se” (Insieme è Possibile).

Amo tessere relazioni perché dalle relazioni nascono sempre nuove e brillanti idee e la relazione è il futuro di ogni progetto, sia solidale sia imprenditoriale: insieme, realtà diverse, si è più forti e meno vulnerabili. Purtroppo, c’è ancora tanta chiusura e una sorta di gelosia (stupida e inutile, soprattutto in campo sociale e religioso) nello svelare contatti, strade vincenti, strategie più adeguate e spesso ci si ritrova a malincuore a essere dei “battitori liberi” quando nel cuore si culla invece l’idea della “cordata”. La cordata permette di viaggiare con i piedi dell’altro. Di trovare forza nel coraggio, nell’entusiasmo, nel credere dell’altro. Di cantare la stessa canzone anche se con melodie diverse. Di partire o restare ed essere sempre in cammino.

GLI INIZI

Sono arrivata in Burkina Faso la prima volta nel 1994 con un viaggio solidale organizzato da un’Associazione impegnata in progetti umanitari: in 45 giorni ho visitato diverse città e tantissimi villaggi sperduti nella brousse e ho gustato a piene mani la poliedrica cultura burkinabè. In effetti, da quel viaggio non sono più tornata!

I viaggi successivi mi hanno fatto maturare l’idea di avviare una “missione” (sono “Fidei Donum” della Diocesi di Aversa alla Diocesi di Bobo Dioulasso) che abbia al centro lo sviluppo socioeconomico. Un po’ per formazione, un po’ per esperienza, sono allergica all’assistenzialismo. Lo ammetto: non è stato facile! Si dice che non bisogna dare il pesce ma insegnare a pescare… ma in fondo è sempre più semplice e immediato (anche più gratificante!) dare e ricevere il pesce che insegnare e apprendere a pescare.

Dopo alcuni anni di spola, quattro mesi in Italia e otto in Burkina, ho lasciato tutto (lavoro, casa, sicurezze, affetti) e… sono scesa dalla ruota. Con Donata e alcuni amici ho creato l’Associazione ONLUS “Tante mani per… uno sviluppo solidale”, sono partita per il Burkina e mi sono installata a Bobo Dioulasso, prima ospite in una foresteria di una comunità di suore, poi in una cour acquistata dall’Associazione.

ALCUNI PROGETTI

Nel 2002, come Associazione, abbiamo avviato a Bobo Dioulasso il primo importante progetto: il microcredito. Con il microcredito, in diversi anni, abbiamo finanziato cento piccoli progetti imprenditoriali (la maggior parte ha visto come protagoniste donne portatrici di handicap): chi ha iniziato una piccola attività generatrice di reddito e chi ha incrementato quella esistente.

Nel 2007, sempre a Bobo Dioulasso, dopo un’analisi dei bisogni sociali, abbiamo aperto il primo Centro di accoglienza diurna e notturna per ragazze-madri della città. Il Centro si chiama in djoula “I Dansè”: Tu sei il/la benvenuto/a. Oggi il Centro è anche sede del PAN, il nostro Programma di Accompagnamento Nutrizionale per prevenire la denutrizione.

Nel Centro le ragazze, oltre a vivere serenamente gli ultimi mesi di gravidanza, il parto e i primi mesi di vita del proprio bambino/a, hanno la possibilità, in base alle loro condizioni, di seguire corsi di formazione professionale e, poi, come è possibile secondo la cultura tradizionale dell’etnia di appartenenza, rientrare in famiglia. Nel 2008, quando il Centro era popolato di ragazze, abbiamo avviato un atelier per la realizzazione di zanzariere. Al nostro attivo la produzione di 6.000 zanzariere. La vendita a prezzo sociale è andata a gonfie vele e le nostre zanzariere sono state vendute a Bobo ma anche a Ouagadougou e in altre città del Burkina (alcune sono arrivate pure in Italia). Poi, sono arrivate le zanzariere cinesi, date in regalo o vendute sottocosto, e le nostre zanzariere (belle, colorate, di cotone, ben rifinite) non hanno avuto più mercato. Dalle zanzariere siamo passati alla produzione di lenzuola, copri letti e tende. Diverse vicissitudini, legate all’instabilità delle ragazze e associate a importanti scelte che abbiamo dovuto compiere, ci hanno fatto chiudere l’atelier. Ma in cuore c’è sempre l’idea di riaprirlo.

LA NOSTRA FATTORIA

Nel 2010 acquistiamo a Sokourani, un piccolissimo villaggio di Griot lungo la direttrice che porta in Costa d’Avorio, un terreno di 22 ettari da adibire a Fattoria. Nel 2013 prende vita CASA SARA e nel 2015, dopo aver già aperto un Centro per l’infanzia a Bobo, nasce “La Maison des Poussins”. I due Centri per l’infanzia offrono lavoro a dieci persone e sono autonomi economicamente: si finanziano con le iscrizioni e le varie iniziative che organizzano. L’Associazione provvede a pagare le quote dei bambini indigenti che in ogni Centro non possono superare il 30% degli iscritti.

Il terreno, piano piano, è stato attrezzato a Fattoria con allevamenti e colture. L’attività più importante della Fattoria è l’allevamento di volatili. Abbiamo diverse razze di galli e galline, oche, tacchini, papere e, fino a qualche mese fa, coppie di struzzi (durante il confinamento, purtroppo, li abbiamo persi con grande dispiacere di tutti e dei bambini soprattutto). La maggior parte dei nostri volatili sono liberi nella cour di CASA SARA durante il giorno e la sera rientrano nei pollai. I nostri galli sono venduti per allevamento e vengono da tutta la regione per l’acquisto.

All’interno dell’allevamento di volatili spicca l’allevamento di galline ovaiole e la produzione di uova. Al momento abbiamo una capacità di 5.000 galline ovaiole e stiamo costruendo un secondo pollaio per raddoppiare la produzione. Le uova sono vendute a Peni (il villaggio di riferimento per Sokourani con mercato, scuole, prefettura e dispensario) e a Bobo Dioulasso.

I nostri pollai sono a norma e rispettano i criteri locali: 5 galline per m2. Sono ben ventilati e attrezzati con abbeveratoi automatici. Produciamo e fabbrichiamo noi stessi il mangime. Tutti i nostri collaboratori sono dichiarati alla Cassa Nazionale di Sicurezza Sociale (volgarmente sono messi in regola). I nostri prodotti, pertanto, arrivano sul mercato con un surplus di qualità e di eticità in quanto rispettano i diritti.

La Fattoria produce mais, miglio, fagioli, arachidi per il fabbisogno interno, compresi gli allevamenti. Abbiamo anche un orto interamente biologico che produce verdure locali per le diverse salse, pomodori, melanzane, peperoni… per il fabbisogno di CASA SARA.

UN NUOVO MODO DI FARE MISSIONE

Nella mia vita, nella vita della nostra Associazione, nella vita della nostra missione s’intrecciano in armonia l’aiuto concreto e immediato e la tensione per lo sviluppo. Per intenderci i Sostegni a Distanza (essenziali per garantire a tanti bambini la possibilità di frequentare la scuola) o il PAN Programma di Accompagnamento Nutrizionale (che garantisce a neonati in difficoltà o a rischio di avere il latte necessario e indispensabile per la loro crescita) con la creazione di posti di lavoro (24 per l’esattezza i nostri collaboratori tutti regolarmente dichiarati alla Cassa) e il sostegno allo sviluppo di piccole attività generatrici di reddito.

La nostra tensione è quella dell’autopresa in carico, come qui consiglia e sprona la Chiesa cattolica. L’autonomia non potrà mai essere del tutto raggiunta ma è bene non dipendere in modo totale dagli aiuti esterni.

Scendere dalla ruota non è facile ma è stato determinante per me e adesso tra pulcini, uova, bus da guidare, bambini da prendere al mattino e riportare a casa la sera, operai da seguire, animali da curare, neonati da pesare e seguire nel programma nutrizionale non ho più tempo di guardare la ruota ma ho il tempo di esclamare ogni sera: ne è valsa la pena!

Ah, dimenticavo, tu che mi leggi non aver paura di stringere tra le mani il tuo sogno.

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