Viaggi

Un Viaggio. Una mezza delusione. Cuba e le sue contraddizioni.

Per una serie di circostanze mi sono fermato alcuni giorni all’Avana, Cuba.
Era questa una cosa che aspettavo da tempo. Pensata tante volte e poi, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, mai fatta.

Da tempo mi sento vicino a quello spirito, a quella storia. La storia di un popolo che in passato ha saputo affermare i propri principi con ogni mezzo.
La storia di un popolo che per oltre mezzo secolo ha saputo tener testa agli USA ed alla americanizzazione.
La storia di un popolo vessato e violentato per decenni e decenni da un embargo ingiusto e disumano.
Mi aspettavo di trovare questo.
Di respirare per le strade di Cuba, dell’Avana (Habana), il vento rivoluzionario di quel popolo.
Lo spirito di Fidel del Che e di tanti altri combattendo come e forse, in taluni casi, più di loro.
Non è stato così purtroppo.
Ho ritrovato tanti luoghi memoria della rivoluzione, ma di spirito rivoluzionario ben poco.
Ho trovato un popolo sporco, pronto a vendersi anche l’anima per 2 CUC (1 CUC – Pesos convertibile- equivale ad 1,10 Euro ed a 24 Pesos normali).
Ho trovato un popolo pronto a prostituirsi per accaparrarsi una corsa in taxi o su una di quelle belle macchine americane.
Ho trovato un popolo sicuramente NON alla fame, ma dove i bambini sono addestrati a chiedere soldi per poter mangiare.
Ho trovato una città vuota. Piena di turisti allo zoo, ma vuota di tutto. Scaffali Vuoti, negozi vuoti, Hotel di lusso pieni di turisti (limoni da spremere).
Un popolo provato da un embargo criminale.
Un Portato all’esasperazione ed al desiderio oggi di tutto.
Gente per strada che ti chiede una camicetta, un paio di pantaloni. Disposti a comprarli se vuoi.
Un popolo umiliato e vinto. Sconfitto da una guerra ingiusta e criminale. Quantomeno disumana.

Ripenso ai discorsi di Fidel che rileggevo da Ragazzo;
Al pensiero di Martì;
Ripenso alla carta del 26 Luglio che dette origine al Movimento 26 Luglio;
Ripenso alle gesta eroiche di gente come Fidel Castro, Ernesto Che Guevara, Raul Castro, Juan Almeida, Camilo Cienfuegos e non ne ho visto alcuna eredità dall’attuale popolo dell’Avana.
Che fine hanno fatto?
Il primo popolo che nel mondo fece una rivoluzione per abolire la schiavitù Insegnando a tutti che gli uomini nascono liberi e vivono liberi.
L’America, gli Stati Uniti D’America, con la complicità di buona parte del resto del mondo, ha raggiunto il suo scopo. Portare alla fame e piegare per fame un popolo che ha avuto la dignità e le palle che loro non hanno mai avuto. Che gli ha umiliati e dimostrato quanto sia ignobile la loro politica estera, il loro pseudo dominio mondiale.

Solo Obama il 17 dicembre 2014, con la frase “todos sommo americano” riaprì i negoziati con Cuba e riaprì per questo anche l’ambasciata all’Avana. Ambasciata poi chiusa da un ignobile e demenziale essere come Trump.
Come se un’isoletta di poco più di un terzo di superficie dell’Italia, con 11 milioni di abitanti, potesse rappresentare mai un pericolo per un commesso di Stati come gli USA. O forse il pericolo potrebbe essere il Pensiero Cubano. La filosofia Cubana tanto ben rappresentata da uomini come Fidel ed il Che che in pochi anni seppe contagiare tutto il Sud-America.
Cuba è una delle dimostrazioni della vigliaccheria statunitense e della complicità di tutti i paesi filo statunitensi.
Non la pensi come me, non ti allinei al mio pensiero ed allora io ti schiaccio.

Si è vero il popolo cubano in questo momento è sconfitto.
E’ umiliato e ridotto ad un manipolo di mendicanti.
Le città sono alla rovina. Sporche, disastrate, dissestate, povere.
Ma il pensiero di chi rese grande ed unico quel vendo di libertà, di ribellione, di rivoluzione, NON morirà mai.
Sino a quando soffierà un filo di quel vento nel mondo esisteranno ancora pensieri rivoluzionari alla ricerca della libertà e della giustizia sociale.
Ed è proprio questo a fare paura.
E’ proprio questo che genera ancora oggi gli embarghi verso un Stato che proprio non potrebbe far pausa a nessuno se non per il virus delle sue idee.

Tanto il Che quanto Fidel sono esempi di uomini di cultura, che avevano capito l’importanza della formazione culturale per poter essere liberi: la conoscenza ti rende libero, ti permette di capire dove sei, cosa vuoi e come puoi ottenerlo.
L’esempio di vita che emana da essi ci stimola, ci spinge in avanti. Se loro ci sono riusciti, perché noi non possiamo fare altrettanto?
A Cuba la sanità era completamente ed assolutamente gratuita e disponibile per tutti.
La scuola, di qualsiasi grado, università inclusa, era assolutamente libera e gratuita per tutti.
Il Lavoro ed un alloggio era disponibile per tutti i neo laureati o diplomati o nuove coppie spostate per tutti, ed immediatamente.
Era un principio fondamentale quello di aiutare i giovani ad accedere alla vita. Poi dovevano farcela, ma erano il fulcro dell’interesse dello Stato.
Era forse questo che faceva paura all’occidente?
Dove la sanità si paga;
Dove se non hai una buona assicurazione puoi morire in corsia;
Dove se non paghi fior di quattrini non studi;
Dove se non sei ricchissimo certo non vai alla Bocconi o alla Luiss, ti accontenti dell’Università che ti puoi permettere.

Non per nulla Che Guevara sosteneva che si è veramente liberi solo mentre si lotta per la libertà.
Chiudo con una sua frase.

“per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza ed in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta”.

Un saluto

MG

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MG

Marcello Gianferotti, classe 1966, ha iniziato a viaggiare all’età di 15 giorni. Prima la Tunisia, poi il Madagascar, l’Italia e ora la Spagna: non si è mai fermato. Grande appassionato di scrittura, è referente iberico del circuito Sviluppo Europa e gestisce, oltre a SamizdatVoz, anche il suo blog culinario marcellogianferotti.org.

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