Affari

Mondo strano e ipocrita

Certo che il mondo è proprio un posto un po’ strano ed i terrestri lo sono altrettanto. Nel 1300 alcuni nostri paesi scoprirono che esisteva un continente ricco di risorse. Dettero quindi inizio al cosiddetto “colonialismo commerciale”, in parole povere vengo, mi prendo le terre, mi prendo le risorse e se protesti ti faccio fuori. Si colonizzarono stati interi, pressoché tutti quelli africani, rendendo nei secoli incapaci quei paesi ad autogovernarsi, gestirsi ecc.

Si colonizzò la loro religione, i loro costumi ecc ecc. Non contenti di questo gli Europei dall’inizio del 1500 iniziarono a colonizzare l’America. Segna, Francia, Portogallo ed Inghilterra. Ed un po’ anche di tutti gli altri. Dal Sud. America al Nord America.

Lo facemmo con molta gentilezza tant’è vero che in Brasile si rispettarono gli Indios e la lingua locale (credo che nessuno sappia oggi quale sia la lingua storica del Brasile); in sud America non esistono proprio più i popoli originari sono tutti discendenti dagli Europei o dagli schiavi deportati dall’africa (gli AfroAmericani che d’andare in America non lo avevano mai chiesto). Argentina, Brasile, Venezuela, Messico, USA e Canada. In America del Nord ed in Canada esistevano dei popoli troppo selvaggi per stare al passo con il progresso. Allora prima sono stati sterminanti, poi ghettizzati nelle riserve ed ovvi non esistono quasi più. senza poi parlare del colonialismo inglese e Francese in Asia ad esempio, nel Medi Oriente,

Il colonialismo italiano invece (noi arriviamo sempre un po dopo, ma non per merito, ma solo per incapacità) ebbe inizio alla fine del XIX secolo, con l’acquisizione pacifica dei porti africani di Assab e Massaua, sul mar Rosso. Il Regno d’Italia raggiunse la sua massima estensione all’inizio del suo ingresso nella seconda guerra mondiale: il suo territorio fu esteso dal Rodano ai Balcani (Francia meridionale, Dalmazia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia), nonché sulle isole dell’Egeo, su quattro territori africani (Eritrea, Somalia, Libia ed Etiopia). Arrivò anche in Cina pensate sulle piccole concessioni cinesi di Tientsin, Shangai ed Amoy (conquiste di un corpo di spedizione italiano in Cina) e su altri territori minori.

La seconda guerra mondiale sigillò, però, il tramonto dell’Impero. Di fatti allo stato italiano, seppur schieratosi a fianco degli Alleati nel 1943, vennero imposte dure condizioni a fine conflitto, con numerose amputazioni territoriali. Tra i territori confiscati erano ovviamente incluse tutte le colonie, a eccezione della Somalia che finì nel 1960. Infatti l’abbiamo poi lasciata in una situazione idilliaca.

Oggi pensiamo, presumiamo, ci arroghiamo il diritto di dimenticare tutto questo. Di porre condizioni all’immigrazione come se un qualsiasi popolo per emigrare dovesse avere ragioni da noi condivise. Partiamo, come siamo sempre partiti, da un concetto di superiorità tale che da per scontato che noi Europei si possa fare quello che vogliamo quando vogliamo dove vogliamo (perché siamo nel giusto) e gli altri possano fare quello che noi riteniamo giusto possano fare.

Nessuno ha mai pagato per tutti i crimini del colonialismo Europeo. Nessuno ha mai concretamente chiesto scusa o fatto qualcosa di concreto per rimediare. per ridare qualcosa. Nessuno ha mai fatto nulla per migliorare questa situazione.

Nessuno ha mai neanche lontanamente pensato di rinunciare a parte di quello che ha per far si che anche la parte di mondo più povera potesse migliorare. era oggi alziamo i muri. Chiudiamo i porti. Ci barrichiamo in casa con la paura che qualcuno possa pretendere la restituzione di arte del mal tolto.

Mal tolto che si concretizza ogni volta che compriamo una maglia in cachemire che paghiamo 50 euro anziché 300 grazie allo sfruttamento della manodopera di qualcuno; ogni volta che compiamo un capo d’abbigliamento a basso costo grazie allo sfruttamento del lavoro di bambini e poveracci (gente che lavora per uno, massimo due USD al giorno); ogni volta che facciamo il pieno alla macchina; ogni volta che produciamo rifiuti tossici o velenosi che puntualmente, guarda un po, vanno a finire in Africa; ogni volta che un bambino muore di malaria perché non ha i soldi per curarsi; ogni volta che compriamo un gioiello o dell’oro scavato in miniere dove a 6 anni si inizia già a lavorare. Ogni sacrosanta volta che rubiamo l’infanzia di un bambino che deve lavorare affinché noi ci si possa permettere di comprare tutto al giusto prezzo.

CHE CAVOLO DI DIRITTO ABBIAMO OGGI DI PORRE LIMITI ALL’IMMMIGRAZIONE??

CHE CAVOLO DI DIRITTO ABBIAMO DI LIMITARE LA CIRCOLAZIONE DEI POPOLI QUANDO

NOI ABBIAMO COLONIZZATO IL MONDO SULLA PELLE DI CHI C’ERA PRIMA.

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MG

Marcello Gianferotti, classe 1966, ha iniziato a viaggiare all’età di 15 giorni. Prima la Tunisia, poi il Madagascar, l’Italia e ora la Spagna: non si è mai fermato. Grande appassionato di scrittura, è referente iberico del circuito Sviluppo Europa e gestisce, oltre a SamizdatVoz, anche il suo blog culinario marcellogianferotti.org.

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