Internazionale

Barcellona e le sommosse: una verità totalmente falsificata

La domanda è: Perché? Cosa c’è di più ignobile di prendere un fatto vero ed elaborarlo al punto da creare una falsità manipolando un problema vero?

Perché? Perché quel problema è scomodo? Perché quel problema mostra un lato oscuro di un’idilliaca realtà?

Ebbene sì. È quello che è successo ed accade in Spagna pur di nascondere l’infamia di alcune leggi. Leggi radicate e volute. Leggi che vanno contro qualsiasi logica democratica e civile.

Ascoltando le televisioni di mezzo mondo, ma specialmente quelle spagnole, pare che Barcellona sia impazzita a seguito dell’arresto di un Rapper, una tale di nome “Josè Miguel” che a seguito di una condanna passata in giudicato, ossia divenuta effettiva dopo i vari gradi di giudizio è stato arrestato.

C’è poi Pablo Hasel, condannato a 5 anni di cella. Per aver titolato “pena di morte alla patetica infanta”, seguito poi da un video di critica alla monarchia.

Titolo sgradevole e sicuramente poco corretto, ma pur sempre frutto della libertà d’espressione di un individuo.

La gente, ossia gli ubbidienti cronici, quello che quando il cane da pastore abbaia ubbidiscono e si mettono in circolo, criticano dicendo, ma se c’è la condanna!!! Il Tribunale lo ha condannato e quindi è giusto!!! Le condanne si eseguono!!! E via con tante filosofie perbeniste dei miei stivali.

L’arresto del rapper è stata solo la scintilla che ha acceso tanta benzina latente. Chi si è chiesto perché il rapper sia stato arrestato? Chi è andato oltre le parole di un papocchio sul pulpito?

Il rapper è stato condannato perché cantava “Borbones Ladrones”. Ossia Monarchia Ladrona. E quindi, secondo le leggi spagnole, è reo di terrorismo, lesa maestà, insulto al re!!!

Nel 2021 accade, in un paese della tanto eletta Unione Europea, che esprimersi contro la Monarchia (ripeto esprimersi perché sono canzoni), oppure più terra terra “criticare le autorità di polizia” sia un reato punibile con il carcere.

L’hanno soprannominata “Gags Law”, la “Ley Mordaza”, ed è nata tre anni fa. Si tratta in realtà di un inasprimento dell’articolo 578 del codice penale spagnolo, che sancisce quali comportamenti debbano essere considerati reati di istigazione e apologia del terrorismo, piuttosto che ingiurie alle vittime dello stesso crimine.

La formulazione della norma si presta a essere declinata con ampia libertà e pochissimi confini. Per questo motivo intellettuale, esponenti della sinistra, movimenti di difesa dei diritti umani da tre anni protestano.

Nel 2011 c’erano state tre incriminazioni, negli ultimi due anni le condanne sono state una settantina.

Rappers, artisti e giocolieri. Giornalisti che indagano, fotografi che immortalano la polizia in azione. Gente che “chiacchiara” forte. Tutti sanzionabili per istigazione al terrorismo, ex articolo 578 del codice penale.

Non siamo in Cina e neanche in Turchia, ma in Spagna. Dove un sarcastico tweet può essere interpretato come insulto alle vittime del terrorismo, o alla monarchia (ancor più grave). E un brano rap può danneggiare l’immagine già molto opaca dei Borboni e del primo ministro, e quindi “istigare al terrorismo”.

Questo accade a Barcellona! Questo accade in Spagna! La Catalogna non sopporta la monarchia da tempo e quindi ogni pretesto è buono per dargli addosso.

La gente, questi giovani eroi, si stanno ribellando a questo.

La loro assurda e terroristica pretesa è avere la sacrosanta LIBERTÀ DI PENSIERO che ogni popolo civile ha. Quella libertà di pensiero e di espressione con la quale se ledi qualcuno questo più citarti in giudizio, ma nel rispetto di quel sacrosanto principio dove la tua libertà finisce quando ledi la mia.

Questo accade a Barcellona. E poco valgono le chiacchiere del tipo “ma la violenza no”. “Si alle proteste ma no alla violenza”.

Queste sono le solite chiacchiere di chi è vile per natura. Quando uno Stato non ti ascolta. Quando la stampa e i media tutti, con la complicità di tutti i loro colleghi europei (tranne pochi) ti boicottano. Quando uno stato ti reprime perché esprimi i tuoi pensieri scomodi. Quando ti incarcerano perché hai detto la verità, ossia che la monarchia oggi sia tutto tranne che un principio democratico!!!

Che rimane da fare per farsi ascoltare? Che alternativa c’è?

Qua non è una questione di idioti che osannano un Rapper incarcerato. Qua non è una questione di indipendentismo. Qua è sete e fame di democrazia! Qua tanta gente si è rotta di re, reucci e papocchi.

Non è concepibile che possa continuare ad esistere la monarchia in un regime democratico. Sino a quando i propri rappresentanti non saranno eletti dal popolo un paese, qualsiasi esso sia, non potrà mai dirsi completamente democratico.

E questo accade in Spagna, dove un re emerito scappa per il mondo dopo aver RUBATO fiumi di milioni, ma se lo canti ti arrestano.

PS: so benissimo che re si dovrebbe scrivere con la lettera maiuscola, ma io non lo faccio.

E che ora denuncino anche me.

 

Immagine in evidenza da: El Periodico.

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MG

Marcello Gianferotti, classe 1966, ha iniziato a viaggiare all’età di 15 giorni. Prima la Tunisia, poi il Madagascar, l’Italia e ora la Spagna: non si è mai fermato. Grande appassionato di scrittura, è referente iberico del circuito Sviluppo Europa e gestisce, oltre a SamizdatVoz, anche il suo blog culinario marcellogianferotti.org.

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