Internazionale

Cosa sta succedendo in Bielorussia?

Dal 9 agosto ogni domenica la popolazione bielorussa scende in piazza per manifestare contro il risultato del referendum elettorale che ha visto (di nuovo) presidente Lukashenko, dopo 26 anni di mandato. Scrive Il Fatto Quotidiano riguardo le proteste del weekend scorso: “Le forze di sicurezza hanno usato gli idranti e bloccato con i mezzi pesanti l’accesso alle strade in cui era concentrata la manifestazione. Oltre cento gli arresti.” All’inizio della scorsa settimana la polizia ha affermato che le proteste stavano diventando più radicalizzate e ha avvertito che le forze dell’ordine avrebbero usato la forza letale “se necessario”. La forza letale è quella che utilizzano ogni giorno, contro chiunque supporti queste manifestazioni. Basti pensare che hanno brutalmente arrestato un fioraio (pestato con manganelli e ridotto in stato di shock) perché aveva donato alcune rose a delle ragazze che partecipavano alla manifestazione. Parliamo di un paese in cui ogni manifestazione è dichiarata illegale se non è supportata dal governo.

Lukashenko è stato proclamato presidente delle repubblica di Bielorussia (creata nel 1994, da quel momento è sempre stato lui a capo del paese), dopo aver battuto la rivale politica Svetlana Tikhanovskaya, popolare candidata dell’opposizione. Lukashenko ha ripetuto più volte che una donna non avrebbe potuto le elezioni: “La nostra Costituzione non è per una donna perché il presidente ha un potere forte e, inoltre, la nostra società non è matura abbastanza per votare una donna”. Tikhanovskaya dopo il voto è fuggita dalla Bielorussia per rifugiarsi in Lituania, poiché la maggior parte dell’opposizione in questo momento si trova in carcere, come tutte quelle persone che stanno manifestando contro un governo dittatoriale.

Dal 18 ottobre le autorità hanno dispiegato camion militari e le reti telefoniche hanno subito pesanti interruzioni. Nel frattempo Tikhanovskaya ha lanciato un ultimatum contro Lukashenko: “Dimettiti entro il 25 ottobre, fermando le violenze contro i manifestanti, o dovrai affrontare uno sciopero generale. Se le nostre richieste non verranno accolte l’intero paese scenderà pacificamente in strada. E il 26 ottobre inizierà uno sciopero nazionale in tutte le aziende, tutte le strade verranno bloccate, e le vendite ai negozi di stato collasseranno.”

Negli ultimi giorni è stato trovato un accordo nell’UE sulle sanzioni contro Lukashenko. Il Consiglio degli Affari Esteri ribadisce che le elezioni presidenziali del 9 agosto non sono state né libere né eque e che Aleksandr Lukashenko manca di legittimità democratica. Il Consiglio ribadisce il suo pieno sostegno alla sovranità e all’indipendenza della Bielorussia e sottolinea il diritto democratico del popolo bielorusso di eleggere il proprio presidente attraverso nuove elezioni libere ed eque, senza interferenze esterne.

Questo è un appello per chiunque leggerà questo articolo.

L’Unione degli scrittori bielorussi invita tutte le organizzazioni letterarie, i giornalisti e le personalità del mondo della cultura a esprimere la loro solidarietà al popolo bielorusso. È importantissimo informarsi sulla situazione, PARLARNE E DIFFONDERE INFORMAZIONI CORRETTE sui brogli elettorali e sulle atrocità commesse dalle forze di sicurezza che si sono svolte e si continuano a svolgere in Bielorussia.

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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