Internazionale

I fondatori di Nexta sono terroristi per il KGB bielorusso

La settimana scorsa il KGB bielorusso ha inserito nella lista dei terroristi i due fondatori del canale Telegram Nexta, il mezzo di comunicazione più popolare tra i bielorussi dallo scoppio delle proteste contro il presidente Alexandr Lukashenko. L’elenco di 726 persone implicate in attività terroristiche comprende ora Stepan Putilo e Roman Protasevich, esiliati in Polonia, da dove il primo gestisce il canale, poiché quest’ultimo lo ha recentemente abbandonato.

Nexta Live ha pubblicato uno screenshot della lista, osservando che Putilo e Protasevich erano elencati “subito dopo diverse centinaia di siriani, iracheni e afgani”. Protasevich ha commentato la lista su Twitter, dicendo: “Sono ufficialmente riconosciuto come terrorista. No, non è uno scherzo […] Ora il mio cognome è sulla stessa lista dei ragazzi dell’ISIS. Durante tutta l’esistenza del regime, nessun rivale di Lukashenko aveva ricevuto un tale riconoscimento! Oh, mamma! Come posso contenere i miei deliri di grandezza adesso?”

Inoltre, il 14 agosto è stato avviato un procedimento penale contro il 22enne fondatore del canale, Stepan Svetlov, noto come Putilo. Rischia fino a 15 anni di carcere “per aver organizzato proteste e chiesto il rovesciamento del governo”.

La stampa estera sottolinea che entrambi sono gli unici cittadini bielorussi inclusi nell’elenco stilato dalle forze di sicurezza bielorusse. La settimana scorsa Minsk ha chiesto a Varsavia, che Lukashenko ha accusato di sostenere le proteste antigovernative, di consegnare entrambi i giornalisti. In precedenza, il Comitato di istruzione bielorusso aveva denunciato i giornalisti per aver organizzato rivolte di massa a Minsk e istigato all’odio contro funzionari e polizia.

La giustizia bielorussa ha considerato Nexta un’organizzazione estremista volta a invitare i bielorussi a protestare, bloccare strade, indire scioperi e coordinare manifestazioni di protesta. Ma cosa fa Nexta di tanto pericoloso? Informazione. Nexta è diventata la principale fonte di informazione, soprattutto con i video inviati dagli utenti (che spesso ritraggono i soprusi della polizia sui civili), per i sostenitori delle proteste contro le elezioni presidenziali del 9 agosto, in cui Lukashenko, al potere dal 1994, è stato rieletto.

Dall’inizio delle proteste, la polizia bielorussa ha arrestato dozzine di giornalisti di diverse nazionalità e diversi giornalisti bielorussi sono stati condannati a diverse settimane di arresto amministrativo. Alcuni informatori hanno denunciato abusi e maltrattamenti per mano delle forze di sicurezza durante la loro reclusione nei centri di detenzione a Minsk. Il 6 novembre l’Unione Europea ha approvato sanzioni formali contro Lukashenko, che ha proposto timide riforme costituzionali per uscire dalla crisi, già categoricamente respinte dall’opposizione in esilio.

Migliaia di persone continuano ad essere arrestate durante le proteste di Minsk, che non accennano a finire. Vi consigliamo di seguire l’account Instagram @voice_of_belarus per avere un aggiornamento quotidiano di foto e video di ciò che sta accadendo in Bielorussia. La cosa più importante che possiamo fare per aiutare queste persone, oltre a donare una qualsiasi cifra economica, è PARLARE e diffondere informazione corretta.

 

Immagine in evidenza da: JAM News

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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