Cultura

Benvenuti a Casa Beethoven

Sulla famosa Rambla di Barcellona, in quello che fu un grande teatro all’aperto, (r)esiste la musica di un antico negozio che vende partiture dal 1880

La Rambla di Barcellona, tra i simboli della città spagnola e uno tra i viali più affollati d’Europa, è la giugulare di una città che da secoli offre una grande varietà di paesaggi urbani e naturali, dove ognuno può trovare il proprio posto tra bellezza, svago e shopping. È così da secoli ma ancor di più dalla seconda metà del diciannovesimo, quando la città visse una fondamentale rivoluzione industriale che permette alla capitale della Catalogna di essere quella che è oggi. Proprio in quell’epoca, tra la visione di futuro di urbanisti e i fortunati introiti economici promossi da un’illuminata borghesia locale, Barcellona si è liberata dell’atmosfera cupa di piccolo centro medievale qual era rimasta, ha abbattuto le antiche mura romane, ha allargato i suoi orizzonti partendo dal mare e riflettendo questo splendore nella struttura stessa della città, tra grandi strade, palazzi in stile modernista (Gaudì fu solo uno tra i tanti architetti) e teatri pensati per la musica. Verso la metà del secolo nasceva il Teatre Liceu, l’opera di Barcellona proprio a metà della Rambla. Protagonista di diversi incendi, distruzioni e ricostruzioni, questa importante istituzione è ancora lì e ed è tra i più importanti teatri per la musica in Europa. Cinquant’anni dopo, a qualche centinaia di metri, nell’allora lontano quartiere de La Ribeira (raggiungibile a piedi in 10 minuti), si completavano le opere di costruzione del Palau de la Música, gioiello del modernismo catalano che oggi è tra i templi spagnoli della musica di qualità, senza distinzione di genere (dal sinfonico al flamenco, dal jazz all’etnico, dal rock classico all’alternativo).

Nel frattempo, nel 1880 apriva Casa Beethoven uno di molti negozi di partiture musicali disseminati in tutta la città e ormai scomparsi. Apriva proprio dove si trova ancora oggi, superstite, in mezzo a quel chiasso che non contempla più il suono delle carrozze ma il via vai del ventunesimo secolo.L’insegna, che ricorda le vecchie scritte all’entrata dei teatri, di notte s’accende come lampadine sulla cornice dello specchio di un camerino e recita in maiuscolo MUSICA CASA BEETHOVEN. Avvicinandosi si comincia ad apprezzare il legno della vetrina nella quale sono adagiati libri sulla musica più varia che si possa immaginare: da Verdi ai Beatles, da Schumann a Michael Nymann, da Luis Armstrong a Beethoven, ovviamente. Con un passo oltre quella porta di legno e vetro ci si lascia alle spalle il rumore per immergersi in un tempo astratto e lungo cento quarant’anni. La storia di questo luogo iniziava con l’editore Rafael Guardia che, con la sua casa editrice, era specializzato nella pubblicazione (e in questo caso vendita) di partiture musicali d’ogni genere in voga a quel tempo. Ma la storia attuale di Casa Beethoven inizia nel 1915 ad opera di un prozio degli attuali proprietari. Jaume e Ángels sono fratello e sorella e dedicano il loro tempo a questo posto. Qualche volta li aiuta la sorella Noemí ma, come afferma lo stesso Jaume orgoglioso, “qui non entrano stagisti perché non ci possiamo permettere di pagare un lavoratore con uno stipendio degno e io mi rifiuto di cedere al sistema malato che incita alla schiavitù di un lavoratore, non lo avrei voluto per me stesso e non lo auguro per mia figlia, per cui prima di prendere qualcuno sottopagato preferisco chiudere la baracca.” Jaume ha meno di sessant’anni e da quaranta gestisce il negozio con il supporto delle sorelle. Suo padre, musicista di boleros e musica da ballo nei tempi in cui non c’erano ancora le discoteche come le conosciamo oggi, prese in carico la “casa” da suo zio per poi tramandarla.

Casa Beethoven, nel corso della sua storia, ha ampliato l’offerta per dare di più al proprio pubblico e ad adeguarsi alle epoche: sono arrivati i libri di musica, alcuni strumenti musicali, i dischi e poi i cd. Certo questa “casa” non è andata oltre l’epoca del Compact Disc e forse questa è la grande fortuna di un posto che riesce ad essere così speciale. Non c’é nulla che rimandi al digitale, nessuna incitazione all’ascolto individuale in cuffia. Un pianoforte a parete trova spazio nel corridoio che unisce la prima sala con la seconda, con qualche documento appoggiato sopra e la cassa subito accanto. Alcuni strumenti musicali a corde stanno in bellavista in cima alle mensole più alte dei libri e qua e là delle maschere rappresentanti alcuni grandi della Musica di tutti i tempi, Beethoven in primis. Tra gli scaffali di legno curvati dal tempo, Jaume aiuta i suoi clienti a scegliere le partiture nelle edizioni più adatte agli interlocutori, consiglia saggi di musica, dischi da regalare. Ci sono circa 80.000 titoli: partiture fresche di stampa e d’antiquariato, saggi e monografie di tutta e su tutta la storia della musica, libri di estetica musicale, musico-terapia, libri pop sulle band della seconda metà del Novecento, qualche souvenir (dai carillon alle spille che riproducono strumenti musicali). Alcuni volumi sono qui da moltissimi anni, un bel po` ingialliti ma del resto una sonata di Beethoven non è cambiata nel frattempo… e nemmeno alcuni saggi di Adorno nelle edizioni Einaudi, con le etichette dei prezzi ancora in lire (si, le vecchie “italiche” lire). Ci sono libri in diverse lingue ricercati con molta cura: se un libro non è stato tradotto nelle due lingue ufficiali della città (spagnolo e catalano) sarà molto difficile trovarlo in altre librerie spagnole ma qui è possibile, siano in inglese, francese, italiano, tedesco o russo. Del resto il grande andirivieni odierno offre il vantaggio di curiosi da tutto il mondo e tra un taiwanese a caccia di souvenir speciali e un musicista polacco, quasi tutti escono con un “gioiello" tra le mani.

Lo stesso Jaume, a suo dire e a dire dei suoi clienti da tutto il globo, è sicuro che un negozio così non esiste più nemmeno nelle città in cui era normale ce ne fossero parecchi come nella Barcellona modernista: prime fra tutte New York. Sicuramente la conoscenza profonda del “prodotto” che lui offre, l’attenzione personalizzata ad ogni singolo cliente, sono il punto di forza di questo paradiso musicale per cui la concorrenza di Amazon o altri mostri che si dedicano alla grande distribuzione non possono competere con l’universo di Casa Beethoven. Il quartiere è cambiato completamente, non ci sono più le facce rassicuranti dei vicini ne le dame in abito lungo che scendono dalla carrozze. Ma tra il traffico di motorini, lo scarico merci in arrivo da chissà dove, i gruppi guidati in vacanza che mordono il loro panino al “jamón” e qualche mazzo di fiori, se la passione di Casa Beethoven resiste altri cento quarant’anni, come direbbe qualcuno “chi fermerà la musica?”.

Mostra di Più

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button