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Magaluf, nel vortice della dispersione e un turismo in incognito

Dinamiche turistiche perverse, sull’orlo di nuove tendenze che giocano con limiti esistenziali, un baratro (perché chiamarlo turismo è davvero complicato) che si trascina oramai da anni la città di Magaluf, una località balneare dell’isola spagnola di Maiorca.

La domanda di tale meta turistica è di origine britannica e questo tipo di turismo ‘devasto e divertimento senza limiti’ è caratterizzato da fiumi di alcol, sesso, droga e discoteche che rimangono aperte sino al mattino. Parliamo di giovani turisti neo-maggiorenni che bramano il divertimento con azioni malsane e talvolta poco sicure. L’obiettivo di tale ‘target’ di clienti è quello di trascorrere una vacanza nella totale dissoluzione e di spingersi e spingere il proprio corpo oltre ogni confine accettabile.

Tutti conosciamo il divertimento, tutti abbiamo visto l’esagerazione, che spesso rientra nella parte umana del nostro essere. Il rischio della propria vita è altro, non è esagerare, è essere totalmente inconsapevoli di quanto la vita sia preziosa.

Risse, overdosi, coma etilico e…il balconing. Il balconing, infatti, rientra nelle categorie di ciò che non può essere contemplato, né in ambito turistico né in ambito etico. A cosa è dovuto questa scia magnetica che porta molti ragazzi a gettarsi in piscina dal proprio balcone? Parliamo di morti accertate. Un gesto fatale che, in questa bellissima località di mare, ha costato la vita a molti giovani.  I proprietari delle discoteche sono decisi a continuare su questa rotta, pur consapevoli di contribuire a danneggiare la salute di migliaia di ragazzi vendendo loro alcol di qualità molto scarsa, quasi letale. Magaluf viene pubblicizzata in Inghilterra come una località dove tutto è permesso, tutto è possibile e soprattutto dove non ci sono regole. Nelle diverse propagande appaiono numerosi corpi femminili rappresentati come puri oggetti sessuali, come se si volesse trasmettere ‘venite perché qui, abbiamo anche questo’.  La movida notturna è il riflesso di un ammasso di ragazzi incoscienti in un evidente stato di shock mentale e fisico che rimbalzano tra le discoteche e le strade come giocattoli e nei loro occhi il vuoto, frutto di un sistema manipolato da un business che gode nel vedere quello ‘spettacolo’, gode perche i soldi son tanti. Buoni imprenditori? Imprenditori la cui coscienza viene annebbiata dalla consapevolezza di essere quasi il fattore scatenante che alimenta il malessere di un turismo immorale?

Parliamo di una località di mare molto bella che ogni sera, però, nei mesi estivi, si riempie di immondizia lasciando nelle mani dell’alba le sorti di quelle strade meravigliose. La cosa che spaventa meno è il sesso in pubblico, considerata parte della quotidianità.

Strade congestionate dalle ambulanze, corsie ospedaliere che lavorano duramente e in maniera stremante. La popolazione locale è persa nella rassegnazione, molti abitanti hanno venduto la loro casa e si sono trasferiti altrove. Gli abitanti rimasti temono di uscire dalla propria casa con la consapevolezza di poter rischiare di incontrare un gruppo di ragazzi sotto effetto di droghe capaci di diventare aggressivi e non avere il controllo sulle proprie azioni, abitanti che hanno paura che la propria casa venga vandalizzata. Anche i commercianti sono stanchi, stanchi di un turismo che porta denaro solo quattro mesi all’anno, stanchi di non riuscire a lavorare anche nei restanti otto mesi, stanchi perché nella maggior parte dei casi coloro che si arricchiscono DAVVERO sono imprenditori di altri paesi e non loro. Questa situazione minaccia questa realtà locale e il suo futuro, sopratutto per la difficile gestione degli inconvenienti spiacevoli.

Ho sempre pensato che il turismo dovesse essere capace di far nascere sentimenti positivi un po’ per migliorare il mondo e un po’ anche le persone. Non riesco ad essere favorevole all’esistenza di tale business e soprattutto al modo in cui i ragazzi si spingono verso il vuoto dove ad accoglierli c’è il rischio per la propria vita e la propria salute. Non possiamo rimanere inermi in una società in cui il denaro vale più della vita umana, e non condivido l’indifferenza delle autorità che non tentano di frenare questo lento ma largo declino. Se qualcuno deve spingersi oltre, quello è Magaluf, creando nuove forme di turismo e iniziare a valorizzare le proprie risorse per promuovere un turismo etico e benefico per la propria popolazione e per il proprio splendido territorio.

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Roberta Cirulli

Roberta Cirulli, 25 anni, studentessa di scienze turistiche, attualmente in Erasmus a Madrid. Appassionata di natura, sistemi turistici, tradizioni, saperi, usanze e aspetti magici-religiosi e culinari delle comunità occidentali e orientali, che caratterizzano la bellezza del nostro pianeta.

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