Internazionale

Il poeta Dmitrij Strocev è stato rilasciato a Minsk

Ma nessuno ne parla!!!

A Zhodino, dopo 13 giorni di arresto, Dmitrij Strocev è stato rilasciato dalle autorità. La mattina del 21 ottobre, il poeta e traduttore bielorusso Dmitrij Strocev è scomparso a Minsk, mentre si recava a lavoro. “Dimka e io ci siamo separati non lontano da casa verso le 11. Dopo di che nessuno è stato in grado di contattarlo. Oggi non ho contattato nessuno. Tutti i telefoni sono staccati nella rete…”, ha scritto la moglie di Dmitrij, Anna Stroceva.

    Immagine da Facebook di Anna Stroceva

Nel frattempo, l’edizione 2020 del premio Sacharov del Parlamento europeo per “la difesa della democrazia” viene assegnato all’opposizione democratica bielorussa. Il presidente dell’assise UE, David Sassoli, ha annunciato: «Hanno dalla loro parte qualcosa che la forza bruta non può sconfiggere: la verità. Non smettete di lottare, siamo al vostro fianco». Il movimento pacifico è oggetto di dure repressioni e arresti. Dmitrij Strocev è stato un degli ultimi ad essere stato portato via dalla polizia per aver partecipato alle proteste. Il premio verrà conferito nel corso di una sessione del Parlamento europeo, il prossimo 16 dicembre.

È stata anche lanciata una petizione dallo slavista torinese Massimo Maurizio, in cui si chiedeva l’immediato rilascio di Strocev. Come scrive Maurizio: “Dmitrij ha problemi al cuore e un’allergia, è tenuto al centro di detenzione temporanea sulla via Okrestina, teatro di torture documentate nei confronti degli oppositori di Lukashenko. La comunità degli slavisti italiani, di scrittori e specialisti di culture slave e non solo di altri paesi esprime la propria preoccupazione per questa detenzione e il proprio totale dissenso per i metodi impiegati dalle forze dell’ordine bielorusse nei confronti dei manifestanti pacifici. Si chiede l’immediata liberazione dello scrittore e la cessazione di ogni tipo di persecuzione nei confronti suoi e della sua famiglia.”

In un’intervista a Nasha Niva, il poeta ha raccontato di essere stato trattenuto mentre tornava a casa dalla banca bielorussa: a pochi passi dall’ingresso gli hanno messo un sacco in testa e lo hanno caricato su un minibus. Strocev è stato portato al KGB. Secondo Dmitrij, al KGB inizialmente ha rifiutato di dire tutto, ma il suo telefono non è stato bloccato e da lì gli ufficiali hanno trovato molti materiali aggiuntivi che possono “incastrare” altre persone. Il motivo dell’arresto del poeta di lingua russa era la sua posizione civile: partecipava attivamente alle azioni di protesta in Bielorussia.

L’assurdità è che NESSUN MEDIA, italiano o non, ne parla. Se si fa una breve ricerca su Google news, solo due siti russi (non ufficiali) riportano la notizia del suo rilascio. I media italiani hanno solo parlato del suo arresto e delle vicende in Bielorussia, ma queste si fermano a fine settembre. L’unico media che sta facendo un buon lavoro in italiano, riportando notizie precise e puntuali dalla Bielorussia, è East Journal. Perché non se ne parla? La paura è quella di schierarsi?

Diffondere informazioni giuste e corrette sta alla base della nostra lotta quotidiana contro i soprusi di paesi come la Bielorussia. Non smetterò mai di dire che bisogna parlarne, far sì che la gente PARLI AD ALTA VOCE. Bisogna farsi sentire, non abbassare la testa e far finta che fuori il nostro orticello non esista nessuno. Ma soprattutto, non bisogna farsi manipolare dai media, non bisogna dare ascolto a quelle testate che di questi tempi parlano solo ed esclusivamente del Coronavirus. Viviamo nella disinformazione, perché ascoltiamo o leggiamo quello che i media diffondono e di conseguenza ci costringono ad ascoltare o leggere.

Vi invito a un esercizio quotidiano: ogni giorno leggete almeno una notizia che non riguardi direttamente o indirettamente il Covid, magari di un paese di cui non siete soliti sentire notizie quotidianamente. È un piccolo inizio per scoprire un mondo intero, non solo il mondo in cui viviamo quotidianamente, ma quello di cui facciamo parte come comunità e cittadini.

 

Immagine in evidenza da La Nuova Europa.

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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