Recensioni

Femmine di Andrea Long Chu

L'esplorazione dell'identità transgender

Questo è un libro sull’identità transgender, ma non descriverei la portata dell’identità del transgender esplorata come universale.

Ho l’impressione che questo libro non sia stato scritto pensando alla comunità transgender in generale. Penso che sia diretto ai bigotti. Penso che uno dei pericoli di essere una voce nella comunità transgender sia che le voci pubbliche esistenti spesso parlano a nome della comunità in generale. La scrittura di Andrea non è universalmente conforme a ciò. Comprendere la sua scrittura come qualcosa che emerge in gran parte dalla sua visione del mondo diventa più complicato solo quando fa affermazioni come “tutti sono donne”. Chi è lei per parlare a nome di tutti? È una forma di cancellazione o esposizione?

Andrea Long Chu definisce la femmina come soggetta alla volontà di un’altra, è “qualsiasi operazione psichica in cui il sé viene sacrificato” per i desideri degli altri; per lei la categoria della femminilità è in questo senso ontologica e una condizione umana universale.

Siamo tutte donne e lo odiamo. Cerchiamo sempre di sopprimere e mitigare la nostra condizione di femminilità, ecco a cosa corrisponde l’attività che chiamiamo politica. La “femmina” di Andrea informa il genere e la sessualità, ma non è definita da queste cose – ha più a che fare con lo sforzo della forza di volontà su tutti.

Offre il suo punto di vista attraverso la lettura di Valerie Solanas – colei che sparò a Andy Warhol -, in particolare attraverso il suo Manifesto SCUM e Up Your Ass. Utilizzando la lente di Valerie, Andrea gioca nel seguire e tracciare le opere di Solanas per rivolgersi alla critica, discutere della sua relazione con l’arte e il teatro e parlare di storia.

La stand-up comedy, quella a cui si avvicina Andrea, è la forma più vicina alla filosofia pubblica di oggi. Tendiamo a considerare profondo tutto ciò che è scherzoso e intellettuale. Questa non è una narrazione di accettazione o di ogni membro di una comunità. Non è un libro sulla resistenza, ne tanto meno lo vedo come sull’affermazione. Sta qui la sua bellezza.

 

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Chiara Gianferotti

Chiara Gianferotti, 24 anni, ha sempre o un libro o una valigia in mano. Vive a Madrid ed è laureata in Lingue per l’Editoria, con un master in Editoria e Traduzione. Attualmente si occupa di editing, traduzione e comunicazione editoriale come freelance. La sua più grande passione è scoprire nuove librerie e parlare di libri su Instagram.

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